La psicoterapia é una cosa seria! Le persone decidono di intraprendere un percorso di terapia perché vivono una sofferenza e vogliono liberarsene. Il dolore e la sofferenza vengono rivissuti durante la terapia, per poterli affrontare, lenire e talvolta anche sradicare, rinominandoli e riattribuendo a loro un significato di valore.
Eppure in terapia si ride e a dirla tutta é fondamentale poter ridere perché questo garantisce un miglior risultato ed efficacia.
Le neuroscienze a questo proposito ci sostengono, facendo presente tramite la ricerca che il nostro cervello ed il nostro corpo secernono sostanze importanti come la dopamina (ormone del piacere ), la serotonina ( neurotrasmettitore del buon umore) ed endorfine (potenti antidolorifici che il nostro corpo é in grado di produrre autonomamente nel momento in cui ridiamo.
Insomma tutti sappiamo che ridere fa bene, allora perché privarsi di uno strumento cosi potente durante la terapia?
Credo che a livello di immaginario collettivo si pensi alla psicoterapia come ad un luogo dove il terapeuta in modo distaccato e forse un po’ freddo affronti tecnicamente il dolore del suo paziente, in modo neutrale, per non influenzarlo con il proprio vissuto. Una Terapia senza anima, un mero esercizio intellettuale dove non si ride e forse dove si esprimono le proprie emozioni in modo controllato direi quasi educato!
Ma questo non ci cura, non cura i nostri pensieri, non cura i nostri cuori e non cura la parte piú vera e profonda di noi stessi. La relazione terapeutica é il reale strumento di cura all’ interno di una psicoterapia, ed è fondamentale che sia reale, onesta e pienamente umana. E ridere è parte integrante della nostra umanitá.
Quando si ride in terapia?
Si ride in modo spontaneo, nasce da una sintonia tra terapeuta e paziente, sintonizzati di fronte alla follia, durezza e stranezza della vita uniti in una dimensione universale che tutti ci accomuna.
Quando ridiamo siamo piú disposti ad aprirci, ad imparare, a migliorare, ci rilassiamo, la paura ci abbandona.
Ridere ci toglie dall’imbarazzo, dalla tristezza, ci aiuta a guardare le cose da un altro punto di vista, a volte più lucido, più chiaro.
Ridere spezza il cerchio della sofferenza, sdrammatizza il dolore, ci dá energia e forza per capire che ce la possiamo fare.
Sorridere di se stessi, essere autoironici, ci aiuta ad accettarci nelle nostre imperfezioni, nei nostri limiti, ci aiuta ad essere più veri e meno prestazionali.
Chiaramente é responsabilitá del terapeuta sapere e sentire quando aprirsi in un sorriso o addirittura una risata. Ci vuole garbo e delicatezza, capacitá di sentire quando un sorriso fa sentire l’altro accolto, quando poter sorridere e ridere di se stessi trasmette che l’imperfezione é parte della vita, e smorza il clima di giudizio, quando un sorriso tranquillizza perché mostra serietá e competenza professionale.
Ridere in terapia dimostra che ci siamo. Siamo li con il nostro paziente, umanamente coinvolti, pronti a lavorare per vivere con lui un viaggio ricco di esperienze raccontate, vissuti difficili e leggeri, pronti a sentirci e a costruire quel senso di connessione di cui tutti abbiamo bisogno per stare bene.